Micaela Piva Merli, medico chirurgo specialista in psichiatria, medico psicoterapeuta e dottore di ricerca
Si effettuano colloqui in italiano e francese

Depressione

I depressi nel mondo sono circa 340 milioni, in Europa oltre 30 milioni, di cui quasi 4 in Italia.
La depressione colpisce in età adulta più frequentemente il sesso femminile (10-25%) rispetto a quello maschile (5-12%).
Può colpire in qualsiasi fase della vita con un picco d’incidenza nella fascia d’età 30-40 anni, ma possono soffrirne anche gli adolescenti e ne sono affetti gli anziani, nei quali le alterazioni cognitive dovute all’età e in alcuni casi alla demenza rendono complicato l’inquadramento diagnostico.

La depressione maggiore è una malattia debilitante che può ridurre drasticamente i margini di benessere, compromette la qualità della vita e condiziona pesantemente il quotidiano di chi ne soffre dal momento che il suo impatto si abbatte sulla sfera cognitiva riducendo il funzionamento della persona in tutti gli ambiti, incluso quello lavorativo, scolastico e sociale.
È comune nella vita di tutti i giorni sperimentare momenti di tristezza e cali del tono dell’umore, a seguito di eventi o situazioni particolari. È importante però distinguere la tristezza, fisiologica e passeggera, dalla depressione vera e propria, che si manifesta con maggior intensità dei sintomi e durata tanto da compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

Tra i sintomi, Il RALLENTAMENTO PSICOMOTORIO è un fenomeno ampiamente rappresentato nelle sindromi depressive. L’attività motoria risulta ridotta in misura variabile: dall’incapacità di svolgere compiti impegnativi, alle difficoltà nel lavoro quotidiano, all’inattività pressoché assoluta, in cui risultano difficoltose anche mansioni semplici. I movimenti spontanei e la gestualità possono essere lenti, la mimica apparire rigida e l’eloquio monotono. Anche la produttività del pensiero e il flusso ideico risultano impovreriti. Per quanto riguarda la sfera cognitiva, nella depressione più che una diminuzione delle capacità mnesiche si osserva una COMPROMISSIONE delle capacità di CONCENTRAZIONE e una difficoltà nell’assolvimento di compiti che richiedono uno sforzo attivo per acquisire nuove informazioni, rievocarle o organizzare le nozioni apprese. Quando si registrano alte- razioni delle capacità mnesiche, queste riguardano in ugual misura le acquisizioni recenti e remote, mentre ad esempio il paziente con demenza mostra una maggiore difficoltà nella rievocazione di eventi recenti. 

La prognosi della depressione appare indipendente dalla gravità delle fasi di malattia. Pazienti con gravi episodi di depressione possono rispondere in maniera rapida e completa agli interventi terapeutici con ritorno ad un buon adattamento; al contrario, alcune forme attenuate possono risultare più resistenti ai trattamenti o avere un’evoluzione persistente.

Sicuramente se diagnosticato e curato tempestivamente, l’episodio depressivo diventa meno duraturo e non rischia di aggravarsi con la comparsa di ulteriori sintomi. 
Per questo motivo un percorso terapeutico costruito ‘ad personam’ è essenziale, non solo per guarire l’episodio in corso, ma anche per prevenire le eventuali ricadute.

La tristezza è un’emozione contraria alla gioia e alla felicità. Si tratta di uno stato d’animo fisiologico di ogni individuo ed è un’emozione con una funzione adattativa importantissima.

La depressione invece è totalizzante, è la mancanza di vitalità ed è caratterizzata da un generale rallentamento, sia fisico che cognitivo ed emotivo. Le attività quotidiane come andare al lavoro o farsi la doccia diventano impossibili da compiere, sono pesanti e comportano un dispendio di energie enorme.

Se ti riconosci nella condizione appena letta, contattami!